Sprigiona sensualità e accoglienza questo pied-à-terre incastonato nel centro storico di Sondrio che ha mostrato come parte della sua storia può convivere con una ritrovata modernità.
Risale al XVII° secolo, ma non mostra segni di cedimento, anzi ora è tutto perfetto e irradia calore e comfort come fosse nato ieri.
A riportarlo in vita e a renderlo a dir poco delizioso, il certosino lavoro dell’arch. Gianluigi Moreschi che insieme al proprietario si è immediatamente innamorato di questo corpo di fabbrica un po’ malmesso, ma che già al primo sguardo rivelava grandi potenziali estetici e funzionali.
Si trattava di un volume rimaneggiato durante gli anni e poi abbandonato, quindi dolente di tante criticità che sono state brillantemente superate.
L’intervento di ristrutturazione si è quindi prefissato lo scopo di portare tutto all’antico splendore intaccando il meno possibile la sensazione di accoglienza e bellezza come durante la prima visita.
I lavori hanno richiesto l’intervento di maestranze locali qualificate per un recupero attento, scrupoloso, quasi maniacale, delle parti originarie per soffitti, pavimenti e rivestimenti.
L’unità è composta da uno spazio principale dedicato alla zona giorno e da un locale che accoglie la zona notte, dove una “stua” in legno di pino Cembro con il suo profumo e la lavorazione crea un ambiente sublime.
La parte a giorno è stata arricchita da un piccolo soppalco dove potersi rilassare, accessibile dalla scala realizzata su disegno dell’architetto che si trasforma come un vero e proprio contenitore.
Anche il blocco cucina è stato realizzato su disegno, completamente in legno e successivamente laccato bianco come a mimetizzarsi con la purezza delle pareti, lasciando che il soffitto resti protagonista.
Particolare attenzione è stata dedicata alla scelta degli arredi, statuari ed essenziali in sintonia col gusto di progettista e committenza, privilegiando il design italiano.
Nel bagno viene proposta la pietra locale spazzolata, quattro lastre su misura, numerate e posate a casellario con venatura confluente verso lo scarico del piatto doccia. Tutto ciò si è reso possibile scavando una delle lastre costituenti il pavimento. Il vetro di protezione è incastonato nella pietra senza nessun elemento di congiunzione percependo la continuità materica.
L’atmosfera che permea l’intero progetto è avvolgente e distensiva, perfettamente in equilibrio con la sua essenza di casa antica che si è lasciata sedurre dalla modernità e l’ha resa parte di sé.
Come le note massicce e ruvide degli originali soffitti con la purezza dell’arredo: minimale e puntuale nella sua destinazione.
Il velluto di Cembro fodera e profuma la camera rendendola unica e la pietra graffia con la sua trama l’armonia circostante confermando un’incantevole convivenza tra passato e presente.
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