[Best_Wordpress_Gallery id=”284″ gal_title=”CIUDAD-MEXICO-PHOTO”]
Un programma stilistico articolato, caratterizzato dall’utilizzo di texture e materie in simbiotica relazione con la luce naturale e con i colori della natura.
ph e testo mauro nogarin
L’antico borgo di Tacubaya è un villaggio storico; dalla forte crescita di Città del Messico, registrata nella prima metà del XX° secolo, la configurazione di quest’area – a ovest della città – mutò in una colonia, il cui simbolo è rappresentato dalla sagoma di una brocca con acqua. Tacubaya in dialetto Nahuatl significa luogo in cui l’acqua si raccoglie. Lontana dalla caotica e colorata capitale, questa tranquilla cittadina accoglie una dimora caratterizzata da un forte dinamismo volumetrico capace di fondersi coerentemente con il contesto tramite un linguaggio armonico. Un imponente muro perimetrale delimita la proprietà dal resto della cittadina; verso la strada, dove è collocato l’ingresso principale, il muro si trasforma in una elegante facciata, dai tratti tipici dell’architettura antica, in una soluzione di assoluta omogeneità con il contesto urbano. La dimora si sviluppa su più livelli contraddistinti da pieni e vuoti, dove ai volumi solidi si intercalano gli asciutti cortili interni, entrambi controllati dal dominio delle ampie vetrate. Anche la struttura metallica di supporto gioca un ruolo importante, oltre ad assolvere alla funzione statica, crea una rete tri dimensionale che delimita gli spazi senza appesantire i perimetrali, conferendo ritmo e ordine. A piano terra si vive l’area “sociale” della casa, composta dalla sala da pranzo confinante con la cucina e dal grande living; la separazione dal bocco operativo della cucina avviene tramite un monolite in granito nero che funge da filtro con l’elegante sala da pranzo. Lo stile è minimalista, ma al contempo tradizionale: le superfici metalliche della cucina, la pietra algida e la calda matericità del legno si amalgamano sino a raggiungere un punto di equilibrio. Il living a doppia altezza è contraddistinto dalla grande libreria, dal giardino interno e dalla scala, elemento di grande impatto visivo che unisce i due livelli del vivere. Una serie di connettivi sospesi collega l’area sociale e quella privata. Non si può abbondonare l’area destinata al convivio senza citare la presenza dell’amaca, situata sul tetto e che sintetizza la tipica usanza messicana della “siesta”. Il tetto piano è un giardino animato da una serie di composizioni floreali che giocano in sintonia con il resto dell’architettura; esso è “spezzato” dalla presenza del volume vitreo, un luogo ideale per la lettura e per la contemplazione della rigogliosa vegetazione. Il roof garden rappresenta la sequenza finale di questa dimora che al piano superiore racchiude l’area notte dove le ambientazioni non si discostano dal morbido stile della casa.
Seguici su