PAESAGGI NATURALI

09/05/2019

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Alle porte di Madrid una villa rifugio nasce sui pendii granitici del parco della Cuenca Alta e ridisegna la geografia fisica del territorio.

architettura d’interni arch. inaqui carnicero • testo carla bonetti • ph e styling michele biancucci

 

La casa si trova in un piccolo quartiere ai confini ovest di Madrid, in un posto chiamato “Los Peñascales” che, tradotto letteralmente, significa “le grandi pietre”.

In questa zona sorgono chalet e ville utilizzati dai proprietari come residenze per le vacanze. L’area è situata all’interno del parco regionale della Cuenca Alta, costituito da una fitta vegetazione che abbraccia ciascuna abitazione. Anche questa villa è circondata da alberi tipici della macchia mediterranea ed è caratterizzata dalla grande pendenza orientata a sud e dalla presenza, al suo interno, di due grandi rocce granitiche parzialmente ricoperte di muschio.

La struttura della casa, a livello funzionale come formale, è perfettamente leggibile nella sua sezione. Il livello sotterraneo è utile a risolvere l’incontro con la pendenza del terreno.

Il progetto incorpora benissimo due rocce di granito: una di esse è parte integrante della struttura e l’altra si snoda come un’articolazione che guida all’accesso principale della casa. Il soffitto del livello sotterraneo genera il pavimento bianco di pietra calcarea che costituisce il piano nobile in cui si svolge la vita quotidiana.

Un esclusivo spazio aperto si affaccia verso sud, chiuso solo dalle grandi vetrate che scompaiono per incorporare il piano idrico della piscina in primo piano. In lontananza appare il monte chiamato “El Pardo”. Questa chiusura non si allinea al perimetro del primo piano, ma si muove all’interno per generare due portici alle estremità.

Sul fronte casa la rientranza crea un porticato leggero che consente l’ingresso dei raggi solari in inverno e protegge gli ambienti interni dalla calura estiva.

Una vetrata unica situata a 1,4 metri di altezza consente di tagliare l’orizzonte del paesaggio e illumina in modo uniforme il soffitto di cemento. L’indipendenza dei livelli è interrotta solo dalle doppie altezze che mettono in relazione gli spazi.

 

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Natural landscapes

 

At the gates of Madrid, a “shelter villa” sprouts from the granite slopes in the “Regional Park of the Cuenca Alta del Manzanares”, redrawing the physical geography of the territory.

Interior design by architect Inaqui Carnicero • Text by Carla Bonetti • Photography and styling by Michele Biancucci

 

The house is located in a small neighbourhood at the west end of Madrid, in a location called “Los Peñascales” that literally means “the great stones”. In this area, chalets and mansions arise, used as holiday homes by their owners.

The area is placed inside the “Regional Park of the Cuenca Alta del Manzanares” where each dwelling is surrounded by dense vegetation. Same for this villa which is encircled by trees — typical of the Mediterranean scrubland —; it is also marked by the south-facing great incline and by the presence of two large granite rocks partially overgrown with moss.

The layout of the house — in formal and functional terms — is perfectly legible in its section. The basement floor helps solve the steepness of the slope.

This project exactly blends the two granite rocks in: one of them forms an integral part of the structure and the other one runs along, leading to the main access of the house. The ceiling of the basement floor engenders a white limestone flooring which acts as the main floor for everyday life.

An exclusive open space faces south, closed by large windows that disappear to incorporate the water plan of the swimming pool in the foreground while Mount El Pardo appears in the distance.

This closure does not develop in line with the layout of the first floor but it moves within the space to create two porches at both ends. On the façade, the recess creates a light porch that lets sunbeams seep in during winter, protecting indoor spaces against the summer heat wave.

A single glass window placed at 4.6 feet above the ground level allows to cut the horizon landscape and to evenly light up the concrete ceiling. The independence of each level is interrupted only by double-heights that relate to spaces.

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