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Un vecchio spazio industriale diventa un mondo da vivere, ricco di fascino e graffiante ispirazione quotidiana.
ph michele biancucci • testo alessandra ferrari
Pensare che tutto ciò fosse destinato a spazio lavoro sembra incredibile tanto è il fascino che trasudano, oggi, questi pazzeschi volumi, nei quali la proprietaria, ispiratasi all’estetica brutal chic di Vincenzo De Cotiis, ha voluto mantenere il senso del tempo.
Una perfetta imperfezione, fatta di volumi lasciati in parte inalterati, proprio dove le parti erano più scrostate e segnate dall’usura, per un effetto ancora più ruggente e realistico nel confronto tra il prima e il dopo.
Ebbene sì, in una Milano che corre, indaffarata e ricca di possibilità e bellezza, nell’area dei Navigli si possono trovare testimonianze di un passato, nemmeno tanto lontano, che nelle sue radici ci parla di una contemporaneità che sa già di futuro.
E osservando questi volumi immensi, fuori dagli schemi canonici che definiscono il concetto di casa, ci sembra tutto un po’ surreale, molto simile a un set cinematografico in attesa di protagonisti pronti a riempire la scena.
Un immenso palcoscenico costituito da un monovolume soppalcato che accoglie pochi e significativi pezzi di design, prototipi e oggetti di riuso. Come le assi in legno che servono da mensole a terra, usate dai muratori per le impalcature durante i lavori di ristrutturazione e conservate dalla proprietaria per trasformarle, anche in questo caso, da oggetto di lavoro a elemento decorativo.
O come la panca da letto che, da ex pezzo di legno abbandonato nello scantinato di un rigattiere, è diventato parte dell’arredo dopo un sapiente restauro. E non mancano elementi dell’industrial chic e alcuni pezzi di modernariato, che in questo contesto ci stanno alla perfezione.
È nuovissima solamente la cucina, concepita come un’isola in un mare di metri quadrati, nei quali si percepisce fortemente la bellezza attraverso la patina del tempo e della vita.
È interessante notare come nonostante la generosità degli spazi e il minimalismo (anche concettuale) dell’arredo, non manchino calore e intensità al progetto, attraverso il quale è percepibile, oltre al cambiamento della destinazione d’uso, anche l’evoluzione e la maturità di ciò che era e di ciò che questo spazio è diventato.
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A WONDERFUL LOFT
An old industrial space becomes a world to live in, full of charm and biting daily inspiration.
Photography by Michele Biancucci • Text by Alessandra Ferrari
It is incredible to think that this surface was a workspace due to the charm exuded by these insane volumes where the owner — inspired by the Vincenzo De Cotiis’ brutal chic aesthetics — kept a sense of time.
A perfect imperfection made of volumes left partially unchanged; wear and shedding give an even more realistic and roaring effect between before and after.
Yes, in a frenzied city like Milan, busy and full of beauty and possibilities, the Navigli still cherish evidence of a past — not even too far — that has modernity in its roots and smells like future.
These huge volumes seem so unrealistic and out-of-the-box compared to the ordinary concept of home, close to a film set waiting for the main characters to fill the stage.
A limitless stage made of a single loft area that welcomes a handful of significant design pieces, prototypes and second-hand items. Such as the wooden planks acting as floor shelves and used by bricklayers as scaffoldings during renovation works, later preserved by the owner to turn them into decorative elements.
Same goes for the bedroom bench — a former wooden piece left in the basement of a junk shop — that became part of the furnishing after a careful restoration. There is no lack of industrial chic elements and modern antiques that perfectly match this setting.
The brand-new kitchen is designed as an island in a sea of square meters, where we can strongly feel beauty weathered by time and life. It is interesting to note that warmth and intensity perfectly balance the generous spaces and the minimal and conceptual décor of this project.
We can clearly perceive a new intended use, together with the evolution and the maturity of what this space was and what it has become.
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