Il calibrato mix di classico e moderno nella villa del Palladio, Patrimonio Unesco.
Costruita tra il 1544 e il 1545, è considerata il capolavoro giovanile di Andrea Palladio ed è inserita nel “World Heritage List”: il novero dei 400 complessi architettonici più importanti del mondo, riconoscimento culturale dell’UNESCO che dal 1996 ha avviato un progetto di tutela delle opere di Palladio.
L’elegantissima Villa Bagnolo Pisani (ora Bonetti) realizzata da Palladio, si trova a Lonigo, in provincia di Vicenza.
Dopo l’intervento sulla parte residenziale, la barchessa, situata all’interno del maestoso giardino, è stata trasformata in un relais esclusivo di sole 15 camere.
Eccellente risultato di un rispettoso e paziente restauro degli attuali proprietari: l’imprenditore delle auto Carlo Bonetti e la moglie Manuela Bedeschi, nipote dello scrittore Giulio, già gallerista e oggi artista di arte contemporanea.
Nella barchessa, si trova Osteria del Guà, un ristorante gourmet da 40 posti il cui nome si associa al fiume che scorre dietro la villa, dove un tempo arrivavano le merci in barca.
Fra gli altri elementi di storicità che emergono, lungo la facciata sono evidenti i grandi blocchi cavi di marmo di Verona, le tipiche pile da riso e le antiche macine di pietra.
Insomma, una country house di tutto rispetto, immersa nel verde e nel silenzio della campagna e rimane tuttavia comoda per la vicinanza agli snodi autostradali: un luogo appetibile, dunque, anche per le attuali esigenze del mondo business.
Le camere e le suite sono state ristrutturate lasciando intatte la struttura e la suggestione originarie, e affacciano tutte sull’ampio parco.
Ciascuna ha un diverso tocco di charme e di design.
Così come nei corridoi e nella hall risaltano le opere d’arte contemporanea a firma di Manuela Bedeschi o sculture legate a parole a neon e altre installazioni.
Villa Pisani Bonetti è un luogo unico, dove convivono l’architettura classica di uno dei più grandi maestri del Rinascimento e l’arte moderna di una proprietaria sensibile e attenta.
Ph. Nicoletta Diamanti – Testo Germana Cabrelle
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