Un’inedita e rivoluzionaria concezione di lusso, confort e design nelle sale del nuovo “luxury cinema” in centro a Brescia.
Orgoglioso custode della storia di un’appassionata famiglia di esercenti cinematografici, Tomaso Quilleri ci illustra, in occasione della recente apertura del Cinema Moretto, le caratteristiche della “rivoluzione” che nella storia di famiglia prosegue quella attuata in precedenza da suo padre.
Tomaso ci potrebbe evidenziare quali sono le novità realizzate in questo nuovo esercizio, situato in pieno centro a Brescia?
“Innanzitutto specifico che questo progetto nasce dal recupero e dalla ristrutturazione di un vecchio e tradizionale cinema monoschermo di città degli anni ’40.
La novità è il poterlo considerare oggi il primo “Boutique cinema italiano”, che dagli originali 350 posti si è trasformato in una piccola “luxury multisala” con 4 schermi, in sale rispettivamente da 90, 70, 25 e 25 posti per rivolgere proiezioni e servizi di qualità a un pubblico adulto, esigente e cittadino che chiede film e comodità in contesti innovativi, diversi dalla fruizione abituale e familiare”.
Nel dettaglio, quindi, il Cinema Moretto che cosa offre e rappresenta?
“In quest’ottica il cinema non è più soltanto il luogo predisposto alla visione dei film, ma si trasforma in uno spazio integrato a un grande cocktail bar con bancone in stile americano e a una lounge con poltrone e divani, che vengono a sostituire il tradizionale foyer d’ingresso.
L’atrio, quindi, non è più un’area di passaggio da attraversare per comprare i biglietti e accedere ai film, ma è diventato un luogo vivo, indipendente anche dalle sale, aperto tutto l’anno, dalla mattina alla sera. In questo modo il cinema si fa elegante e piacevole punto di incontro”.
A fronte di questo restyling qual è stata la risposta del pubblico?
“Fin dall’inaugurazione abbiamo ricevuto un consenso molto positivo. D’altro canto il pubblico, adulto ed eterogeneo, sa di poter gustare, dalle 11.00 alle 21.00, dodici film al giorno, da quelli più recenti a quelli del passato che vengono finalmente riproposti, a quelli in lingua originale e a quelli d’essai, con l’opzione di poter anche affittare a uso privato le stesse sale”.
L’intervista prosegue su DENTROCASA in edicola e online.
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