IRENE-CASTIGLIONI-INTERVISTA
Ph. ©Filippo Avandero

IRENE CASTIGLIONI, NELL’ANIMA DELLA NATURA

19/05/2022

La pittrice milanese predilige opere in scala 1:1  impreziosite dalla tecnica del non finito 

Forza e dolcezza, tempra e magnetismo. Sono gli elementi che, ben amalgamati, si trasformano in arte tra le mani della pittrice milanese Irene Castiglioni, pronta a sprigionare ad ogni singola pennellata il suo incontenibile amore per la natura.

Un’attrazione che le scorre dentro le vene, fino a pervadere occhi e mente e tradursi così in quadri che sanno incantare e stupire al tempo stesso. “Ho sempre amato la natura, sono una sua grande fan – incalza Irene Castiglioni. Adoro la sua bellezza, negli animali come nelle piante, e oggi cerco di catturarne il fascino e trasmetterlo direttamente sulla tela”.

La sua arte si disvela in opere di grande formato realizzate in scala 1:1 che raffigurano in special modo animali a rischio estinzione o comunque liberi dalle “catene” dello sfruttamento umano.

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African Elephant I - Loxodonta africana, 310x310cm. Oil on canvas.

Ma come inizia l’esperienza artistica di Irene Castiglioni?

“Mi sono approcciata alla pittura, e in particolare alla tecnica ad olio, nel 2016, direi semplicemente per un interesse verso il colore. Prima mi occupavo di produzione di eventi, quindi tutt’altro, ma poi ho realizzato il sogno di convertire il mio hobby nel mio vero e proprio lavoro”.

A contribuire alla “causa” anche uno spirito curioso e addirittura wild:

“Ho sempre adorato viaggiare, fra Asia, Africa e Sudamerica in cerca di tante forme di espressività. Tutti gli animali possiedono un’anima e io la voglio poter ritrarre al meglio. Ed è quello che ho cercato di fare nel primo studio che ho preso in affitto”.

Così è iniziata la sua seconda vita…

“Inizialmente ero un po’ spaesata, non sapevo davvero da dove iniziare, ma lo studio della pittura ad olio mi ha assorbito completamente: mi piace la sua luminosità ma anche l’idea che possa durare migliaia di anni. La tigre è stato il mio primo soggetto, un controsenso se penso che non ho mai amato né l’arancione né il nero, ma era l’animale che meglio richiamava in me l’idea di aggressività e simmetria. Ho sempre nutrito una sensibilità particolare per gli animali che soffrono le conseguenze della crisi climatica, quindi anche leoni, leopardi, zebre, elefanti e gufi, questi ultimi i miei preferiti. Dopo circa sei mesi, ho iniziato a dipingere in scala 1:1, una vera conquista per me, oggi un mio autentico tratto distintivo”.

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Leopard Panthera pardus, 160x180 cm. Oil on canvas.

Preferisci definirti pittrice anziché artista. Come mai?

“Amo la vecchia figura del pittore di bottega, come se ne trovano ormai raramente. Per me dipingere è un mestiere, un’arte artigiana, che si esercita su commissione, esattamente come quella del falegname o del fabbro. Sono una grande estimatrice dell’arte classica e quindi dei maestri della pittura. Studiando i loro trattati mi si è spalancato un mondo: le proprietà e le tecniche espressive dell’olio sono infinite e ancora oggi mi affascina la ricerca e la sperimentazione di nuovi metodi. Proprio studiando i grandi del passato sono incappata per caso nella tecnica del non finito, nata con Donatello. Oggi per me è un vero e proprio marchio d’autore, un elemento categorico delle mie opere”.

Che significato attribuisci a questa tecnica?

“È una forma d’arte indipendente che, come detto, viene dal passato e che io cerco di attualizzare. Il non finito è la profonda suggestione tra la forma il soggetto e la proiezione psicologica dell’artista. Mi permette di porre all’interno dell’opera un pezzo di me e della mia visione dell’arte. Rappresenta quel bilanciamento necessario tra la visione dell’artista stesso e quella dell’osservatore, chiamato in un certo modo a completare l’opera, una sorta di riempimento percettivo. Ma non solo. È un modo per rendere il quadro più personale, staccandolo da una prospettiva più prettamente fotografica e donandogli quell’emotività trasmessa dall’animale raffigurato”.

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Ph. ©Elena Senti

Ti definiresti una perfezionista?

L’esigenza di riprodurre soggetti in scala naturale mi porta necessariamente a ricercare le debite proporzioni delle diverse parti del corpo. Molti animali, prima mai visti dal vivo, mi si sono svelati in un tempo successivo e da lì ho ricominciato a studiarne le caratteristiche. In genere invece parto da video e relativi fermo-immagine che mi consentono di visualizzare con precisione le varie torsioni”. 

Oggi Irene Castiglioni ha anche un nuovo studio a Milano, zona via Mecenate, dove può esprimersi con la massima libertà:

“Dopo due anni mi sono sentita davvero alle strette e ho acquistato e poi ristrutturato un capannone. Mi occorreva uno spazio della larghezza di una balena e dell’altezza di una giraffa e nel quale potermi esprimere come voglio… La pandemia ha rallentato un po’ i vari interventi, ma oggi siamo in ripresa e sto lavorando sia per privati, sia per locali. Giorno dopo giorno mi confronto con le tante dinamiche che stanno dietro una commissione, dalla condivisione dei soggetti e del loro carattere emotivo, alle tante scelte meticolose che compongono il backstage di un’opera”.

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Snow Leopard - Panthera unci, 200x180 cm. Oil on canvas.

Irene Castiglioni ha ancora qualche sogno nel cassetto?

“Tantissimi. Spero di vivere a lungo per realizzarli – sorride –. Vorrei fare una personale sulla terra e poi dedicarmi ai soggetti marini. Fortunatamente si sta ricominciando a viaggiare e punto quindi ad approcciarmi a nuovi animali vivendo un contatto più diretto. Ambisco inoltre crearmi un mio mercato e mi fa piacere in questo momento constatare di avere tanti clienti giovani. Data la mia anima green, allego solitamente alle mie opere uno studio sull’animale in questione per condividere con il committente le informazioni che ho raccolto. Non a caso ho anche devoluto a enti per la salvaguardia delle specie animali il 10% del ricavato dei miei quadri”. Le nuove sfide sono lanciate.

To be continued…   

IG @irene_ castiglioni

studioirenecastiglioni@gmail.com

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Stefania Vitale

Caporedattrice

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