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DANTE ALIGHIERI, DECLINAZIONI POP

14/12/2021

In copertina: vignetta con Dante, Virgilio, Paolo e Francesca. 25,5×15,5 cm; collezione privata.

Il Mar di Ravenna celebra la “fortuna popolare” di Dante, padre della lingua italiana, a settecento anni dalla sua morte.

Da Sommo Poeta a icona gettonatissima della cultura italiana nel mondo, riferimento, anche scanzonato, dell’identità e delle tradizioni nazionali. Scrittore, letterato, politico, maestro di vita, agitatore di coscienze. In quante accezioni “padroneggiamo” la figura di Dante Alighieri?

Il settecentesimo anniversario della morte (avvenuta il 14 settembre 1321) ha visto un gran proliferare di iniziative a lui dedicate: da convegni a pubblicazioni, ma anche mostre e happening on line, fino alla diffusione di una gadgettistica di ogni tipo.

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Teodoro Wolf Ferrari, Affiche Olivetti M1, 1912, manifesto su carta, cm 32.6 x 21.8 x 1.

Una parabola che, da accademica e quasi d’élite, si è fatta via via anche più “accessibile”, come testimoniano le biografie e monografie edite negli ultimi mesi, spesso intrise di riferimenti all’attualità, allo spettacolo e al mondo della comunicazione.

Si inserisce in questo lungo filone la mostra “Un’Epopea POP” che va a concludere il ciclo espositivo “Dante, Gli occhi e la mente”, iniziato con “Inclusa est flamma” e “Le Arti al tempo dell’esilio”, promosso dal Comune di Ravenna (Assessorato alla Cultura) organizzato dal MAR (Museo d’Arte della città di Ravenna) e realizzato con il patrocinio della Regione Emilia- Romagna, Dante 2021, del Comitato Nazionale per la Celebrazione dei 700 anni – Ministero della Cultura, con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e della Camera di Commercio di Ravenna e con il patrocinio della Società Dantesca Italiana.

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Mario Cussino, Cartoline pubblicitarie Magnesia San Pellegrino Prodel (Laboratorio Chimico-Farmaceutico Moderno), collezione privata.

L’anniversario ha messo in risalto quanto l’opera di Dante abbia fatto breccia nelle nostre espressioni e manifestazioni quotidiane, che accolgono, spesso inconsapevolmente, richiami o vere e proprie citazioni della Divina Commedia e degli scritti minori.

Dante “campeggia” nel linguaggio comune, anche informale, e nei testi delle canzoni, fino a ritrovarcelo, accigliato o al contrario parecchio disinvolto, nelle tantissime riproduzioni su poster, calendari, magliette o i più attuali meme.

Una popolarità estesa a macchia d’olio, fuori dalla cerchia degli studiosi e delle aule scolastiche, fino a raggiungere il cinema, il fumetto, il marketing e in particolare la pubblicità, tra cartellonistica, TV e Internet.

Dante diventa “uno di noi” e, discostandosi da una raffigurazione sfacciatamente saccente, si rifà il look in modo spregiudicato calandosi nelle nostre vite con ben altre sembianze.

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In mostra a Ravenna si possono ammirare, quindi, caricature più o meno stilose a sottolinearne una presenza persino improbabile, ma anche vignette e locandine nelle quali la sagoma di Dante, riadattata, viene riprodotta in serie per sponsorizzare il singolo prodotto o promuovere un progetto.

Una continua sorpresa nella sorpresa che non fa che destare meraviglia di fronte a tanta ardita ironia e un pizzico, si può dire, di irriverenza. In questi secoli i creativi hanno spaziato baldanzosamente fra le terzine estrapolate dai Canti della Commedia, dando il via libera a giochi di parole e storpiature al limite del trash.

La mostra del Mar, che mette quindi in evidenza le innumerevoli modalità di fruizione del “personaggio” e delle sue fatiche letterarie, presenta centinaia di opere e oggetti dei più vari, avvalendosi di molti contributi audio-video, con l’accompagnamento dei grandi interpreti cimentatisi nella lectura Dantis.

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Sei le sezioni – La memoria di Dante, Dante e l’immagine, Dante e la pubblicità, La divina parodia, Dante personaggio, Dante e Beatrice – in un percorso che getta luce sull’appartenenza di Dante e del suo lascito alla comunità italiana e internazionale.

Ad intrecciare la visita, anche una mostra di arte contemporanea a cura di Giorgia Salerno orchestrata a sua volta su diverse tematiche: Le anime, Le figure femminili, Il sogno, Il viaggio e La luce. Un’esperienza nell’esperienza a contatto con un’immagine, quella appunto del Poeta, scalfita nella sua austerità tipicamente scolastica e per questo resa più familiare e amichevole. Un’operazione simpatia che ci avvicina alla sua lezione immortale con un sorriso in più.

Fino al 9 gennaio 2022

mar.ra.it

* Giorni di apertura e modalità di visita della mostra seguono le disposizioni governative in tema di contenimento del COVID-19.
Stefania Vitale

Stefania Vitale

Caporedattrice

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