A Palazzo Strozzi di Firenze l’opera del grande artista tedesco contemporaneo, tra reminiscenze passate e visioni sul futuro
L’eredità è la storia. Il presente è invece una sfida che sa di risveglio, resurrezione, rinascita. Quella dell’uomo che si rialza dalle sue stesse macerie recuperando vigore e dignità nel lungo travaglio che ha segnato le sue vicende.
Questi sono gli elementi fondanti delle dinamiche di Anselm Kiefer, artista tedesco tra i più celebri della scena contemporanea.
Alla sua opera è dedicata la mostra, ospitata a Palazzo Strozzi di Firenze fino al
prossimo 21 luglio, dal tema “Angeli caduti” con chiaro riferimento alla figura delle creature ribelli cacciate dal Paradiso.
Una narrazione coinvolgente e profonda, quella di Kiefer, metafora di un’umanità disorientata e disillusa, annientata dalla sua stessa sete di potere, ma in grado comunque di riscoprirsi nella propria dimensione più autentica.
Le opere chiamano in causa filosofia, letteratura, mitologia e spiritualità, convocate dall’artista per creare ispirazione, suggerire risposte, portare conforto. L’uomo è sconfitto ma non è vinto, perché ha in sé la forza di rinnegare l’abominio delle proprie gesta.
L’arte di Kiefer, compresa quella che alberga negli affascinanti microcosmi delle teche di vetro, si annida nella mente con la forza di un monito, esaurendo la tentazione ad un facile senso di smarrimento. Come inconsuete confidenze sciorinate attraverso la combinazione di molteplici risorse, vedi pittura, scultura, installazione e fotografia.
Fino al 21 luglio 2024
palazzostrozzi.org
L’articolo continua su DENTROCASA in edicola e online.
Stefania Vitale
Caporedattrice
Seguici su