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LUDOVIC THIRIEZ, L’INFANZIA E I SUOI COLORI

12/04/2021

L’artista Ludovic Thiriez, di origini francesi, si racconta al nostro magazine. Dalle origini ai nuovi traguardi.

Ludovic Thiriez è nato a Courbevoie, in Francia, nel 1984, ma vive e lavora in Ungheria. Nel 2018 vince il prestigioso Luxembourg Art Prize e a ottobre 2020 viene presentato in Italia dalla galleria Gare82 con la mostra personale Onirique riscuotendo un enorme successo. In quest’intervista ci racconta un po’ di sé e della sua ricerca creativa.

• In che momento della tua vita hai realizzato che saresti diventato un artista?

“A 18 anni seguivo lezioni di pittura in orari extra scolastici, ma ancora non mi rendevo conto che avrei voluto vivere d’arte. Successivamente ho conseguito la laurea in Economia e, durante gli studi, ho continuato a dipingere ottenendo diversi riscontri positivi. Dopo il Master mi sono preso un anno sabbatico a Budapest: qui ho avuto modo di frequentare un corso di pittura alla Fine Art University e allo stesso tempo dipingevo in uno studio con artisti affermati come Etienne de Fleurieu o Alexander Tinei, ai quali ancora oggi devo molto. Dopo 3 anni ho capito che sarebbe stato molto difficile per me occuparmi di qualcosa di diverso dall’arte”.

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• Il topos della tua ricerca creativa è l’infanzia. Cosa ti lega così profondamente a quella fase della vita?

“Ho scelto questo argomento per la mia arte perché è molto vasto. Richiama la fantasia e la creatività e lo considero un periodo molto importante nell’ottica della crescita e della formazione di persone adulte. Come mi capita di dire molto spesso, i bambini e quello che facciamo per loro rappresentano lo specchio dell’umanità che stiamo costruendo. Personalmente occuparmi di temi vicini all’infanzia è anche una via di fuga per la mia immaginazione: non amo lavorare con i temi difficili della vita adulta!”

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• Onirique, la tua prima mostra personale in Italia, raccontava le atmosfere sognanti di cui i tuoi lavori sono da sempre permeati. Qual è, per te Ludovic, il ruolo del colore e della composizione dell’immagine?

“Penso che i colori appartengano all’idea delle fiabe e dell’infanzia. Sono spesso legati ai sentimenti e mi piace usarli come simbolo che vado poi a rafforzare con alcune immagini o che metto in contrasto con qualche altra idea per creare degli ossimori”.

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• Il momento storico che stiamo attraversando, quello della pandemia del Covid-19, colpisce tutti indistintamente. Quali potrebbero essere le conseguenze nel mondo dell’arte?

“È un periodo senz’altro molto difficile per tutti. Questa pandemia sta sicuramente portando il mondo dell’arte verso la digitalizzazione, ma credo che le persone abbiano ancora tanto bisogno di vedere e vivere l’arte dal vivo. La mia ultima grande scoperta in un museo è stata al Prado di Madrid: ho avvertito come una magia. Dal mio computer non avrei mai potuto vivere la stessa emozione” conclude Ludovic Thiriez.

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Gianbattista Bonazzoli

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