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BARBARA CRIMELLA, PIEGHE DELL’ANIMA

13/05/2021

Un percorso artistico a diretto contatto con una molteplicità di materiali per abbracciare le diverse tensioni interiori

Scultrice, pittrice, performer, curatrice d’arte e costumista, Barbara Crimella è nata a Milano nel 1973. Oggi vive e lavora tra Saronno e Milano. Andiamo a conoscerla meglio attraverso questa breve intervista.

• La ricerca “Pieghe dell’anima” è incentrata sulla creazione di sculture e installazioni in grado di creare una sorta di sospensione temporale, attraverso cui possiamo entrare in connessione con la nostra interiorità e il paesaggio che ci circonda, sia esso naturale, oppure urbano.

“È il luogo stesso che ci racconta e chiede, mentre sentiamo la forte esigenza di ascoltarci entrando in relazione con noi stessi. Grazie ad una sintesi tra gli elementi naturali, il luogo con le sue caratteristiche storiche, sociali ed economiche e noi stessi con le nostre tensioni e bramosie, le forme, i volumi, i vuoti e le ombre si comporranno in un ordine stabilito dal desiderio”.

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• Da qui quelle che tu definisci Pieghe dell’anima

“Le diverse Pieghe dell’anima riescono a descrivere un viaggio interiore che grazie al silenzio della natura ci dona sospensione e atemporalità, date dalla bellezza e perfezione, permettendoci di sentire il rumore del groviglio dei ricordi in atto di “materializzarsi”. Le Pieghe dell’anima possono essere descritte come una forma capace di sintetizzare in un volume unico i nostri strati psicologici e diventare elemento di esaltazione del paesaggio sia all’interno di noi stessi che all’esterno, creando una sorta di dialogo: un paesaggio-ponte in cui perdersi tra le varie sfaccettature”.

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• Usi materiali diversi tra loro e, nonostante tutto, riesci a creare un discorso universale facilmente comprensibile, riesci nell’assemblaggio a unire tutte “le lingue del mondo”…

“Sì è vero, sono diversi i materiali con cui mi relaziono perché ne rimango sempre affascinata, siano essi elementi della natura come bamboo, rami abbandonati, foglie e muschi che con la loro spontaneità, biodiversità e capacità di adattamento alle circostanze della vita sono la vera fonte di ispirazione, siano essi metalli, provenienti dalla terra, caldi e taglienti, spigolosi e brillanti capaci di riflettere tutto ciò che ci circonda, ma anche ciò che non vediamo, siano essi le plastiche come il plexiglass che, solo o insieme ad altri materiali, evidenzia la purezza della luce e disegna nello spazio confini che ci permetteranno di affacciarci sul paesaggio. Inoltre tessuti, resine, siliconi, terre, la meravigliosa carta, il vetro… un’infinità di materiali e colori che mi permettono tutti i giorni di innamorarmi della scultura. Esaudisco così il mio desiderio di relazionarmi con lo spazio attraverso l’interiorità e di far rivivere anche agli altri queste sensazioni attraverso le tensioni delle mie forme”.

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Gianbattista Bonazzoli

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