La proprietaria si è innamorata a prima vista di questa casa: “La cercavo da tanto tempo. Bellissima, piena di energia e forti legami col passato. Un luogo dell’anima, di silenzio sublime. È il mio tempio sacro.”
Dopo aver vissuto l’infanzia nelle Langhe, Alice risiede da parecchi anni in Australia, dove è diventata famosa come fotografa di moda e d’arte; nella sua terra d’origine mantiene però una base, al secondo piano di un palazzo nobiliare di Mondovì: il suo buen ritiro italiano.
Classe 1400, gli interni possenti e austeri come in un antico castello e con soffitti tappezzati di affreschi, sono tornati a respirare dopo l’accurato restauro.
Il progetto di ripristino, seguito dall’interior designer Michela Curetti, ha trasformato lo spazio in uno scorcio di vita contemporanea, come solo un pittore avrebbe saputo fare…
“Ho frequentato il liceo artistico e l’Accademia di Brera. Caravaggio, Delacroix… Tanti gli artisti e i periodi che rivivono nel mio lavoro. Soprattutto attraverso la lezione del colore, che uso come mezzo di espressione emozionale” racconta la decoratrice.
Qui la palette è sintonizzata sulla terra piemontese, con sfumature tortora e nuance castagna distribuite sapientemente tra strutture portanti e arredi. Una scelta in armonia con l’ambiente, come l’obiettivo di rispettare la natura antica di questa dimora e di recuperare il più possibile il preesistente.
A partire dalle pareti: tutte nude, senza nemmeno una cornice, a eccezione del salotto, dove il ricercato décor potrebbe sembrare una boiserie.
E invece: “Si tratta di un trompe-l’oeil, databile tra il XV e XVI secolo. Lo abbiamo trovato sotto strati di pittura. Nelle altre stanze, non ho voluto interventi di rasatura. I muri sono stati lasciati com’erano, con le loro irregolarità. Intensi e scuri, sono ricchi di storia e sembrano un quadro. Ecco perché non hanno bisogno di dipinti».
Quelli si ammirano in ogni angolo, tra nature morte delicatamente evocate da vasi in vetro e giochi di luce che arrivano da una sola finestra per stanza.
«Questa casa ha un unico punto debole: è buia. Le finestre sono poche e piccole. Dipingerla con toni chiari l’avrebbe resa fredda, quindi ho assecondato la sua indole scura con tinte calde e qualche delicato squarcio rosa cipria, salvia e azzurro cielo».
Incorniciato da affreschi originari ottimamente conservati, il design di oggi flirta con presenze d’antan.
“Ho cercato elementi contemporanei che fossero eleganti e lineari, come il tavolo in sala da pranzo che è di una semplicità estrema. Laccato lucido e di color avio, in questo contesto risulta praticamente perfetto. Con un pezzo così la stanza non ha bisogno di nessun altro mobile” spiega ancora la designer.
La soddisfazione è palpabile. Merito anche della stima professionale e della fiducia che Alice, sua amica d’infanzia, le ha dimostrato.
Sarà pure per questa preziosa alchimia che da una stanza all’altra si respira una profonda serenità.
Progetto interior designer Michela Curetti – Ph. Michele Biancucci
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