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Due artisti trasformano una casa padronale di fine XIX° secolo in abitazione e studio artistico: professione e privacy trovano nuovi spazi.
ph celeste cima – testo anna zorzanello
Dartisti affermati, nel campo del design e nel mondo del canto lirico, hanno il desiderio comune di allontanarsi dalle rispettive città di Milano e Roma. Dopo anni trascorsi a lavorare il primo per importanti aziende e griffe italiane, il secondo nei più grandi teatri internazionali e della nostra penisola, decidono di collaborare alla scoperta di un luogo più rilassante dove abitare e coltivare le proprie doti artistiche. La ricerca li porta nella campagna parmense, in una zona strategica da cui poter raggiungere facilmente gli aeroporti e le stazioni di Milano e Bologna per i propri viaggi. Immersa nel verde, la dimora da suddividere è una vecchia casa padronale con annessi rustici, edificata alla fine del XIX° secolo e ristrutturata ai primi del Novecento. Il volume dell’edificio è organizzato su tre livelli e caratterizzato da soffitti con travi a vista e pavimenti ceramici dai decori multicolori.
I motivi principali della loro scelta sono proprio racchiusi nell’originalità storica dell’immobile, nella sua autenticità, che i neo proprietari hanno voluto salvaguardare e valorizzare nella nuova ristrutturazione. Di comune accordo hanno studiato e progettato ogni ambiente, preferendo uno stile moderno che, basandosi sul bianco “non bianco” di muri, porte e finestre, desse luce e risalto tanto all’arredo contemporaneo quanto alla straordinarietà delle decorazioni pavimentali. L’attenzione è stata quindi rivolta ai dettagli per dare maggiore personalità a scorci e visioni d’insieme. Parte dei mobili è stata disegnata dal designer di casa e commissionata ad abili artigiani, tra cui il padre. La dimora comprende spazi e studi privati, ma è anche organizzata per ospitare amici e artisti provenienti da tutto il mondo. L’ampia area giorno si sviluppa a piano terra con la cucina minimalista e le aree di conversazione, pranzo e lettura. Da qui un elegante scalone conduce alle reciproche stanze. Fotografie dell’artista tedesca Tine Fehr e quadri del pittore nippo-spagnolo Inaki Otaola decorano alcuni ambienti, mentre nell’area notte proseguono gli ordinati ed equilibrati contrasti tra la struttura di ieri e i volumi e le cromie di oggi.
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