LESS IS MORE
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10/09/2015

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Sull’altopiano delle Murge, immerso nel tipico paesaggio rurale, un piccolo trullo svela il suo interno.

ph roberto pierucci – testo teobaldo fortunato

 

La tradizione coniugata al comfort contemporaneo; un dialogo che non prevede soluzione alcuna di continuità tra ambienti interni e contesto esterno. È questo il concept perseguito dagli architetti Francesco Nitti e Sabrina Balestra, nella progettazione e conseguente ristrutturazione, di un complesso di trulli ubicati nella Valle d’Itria, per conto della committenza, la video artist Nicoletta Veronesi, in continuo viaggio tra Milano e New York. Un’architettura dalle forme arcaiche, mutuate da un retaggio grecanico d’altissimo linguaggio. Se prioritaria è stata la tutela del bene culturale e storico del trullo, la nuova progettazione ha dovuto contemperare le esigenze della padrona di casa. Pertanto, è stata ideata e realizzata una residenza – rifugio – atelier che, in apparenza sembra sfuggire alle leggi del tempo, ma non deroga affatto a quelle degli spazi. Altri trulli ex novo sono stati realizzati intorno al nucleo centrale, ovvero “il cono maestro”, per ampliare le superfici e garantire una funzionalità più consona a standard attuali. Al centro sono state poste: cucina, living e sala da pranzo. Nei corpi laterali, gli architetti hanno collocato la camera con bagno padronale e l’atelier dell’artista. I materiali utilizzati sono quelli della tradizione: l’intonaco in terra cruda e la pietra, non manca la salvaguardia dell’esistente, come il mantenimento del palmeto (luogo dove si lavorava l’uva durante la vendemmia) posto all’interno dei trulli originari. È stata enfatizzata l’architettura bioclimatica tipica dei trulli che rispetta l’andamento dei venti, dei punti cardinali e soprattutto della pendenza dei coni. Senza osare tradimento alcuno della vocazione del trullo maestro, tutto è giocato sulle luci, sulle cromie e sui materiali, al fine di porre la funzionalità contemporanea quale condizione inderogabile. Archi ampi, a tutto sesto oppure a – leggerissimo – sesto acuto, rimarcano lo spazio interno e modulano in modo mirabile le luminosità del bianco. L’impatto cromatico è affidato agli arredi in bilico tra citazioni moderne e recuperi funzionali di elementi, oggetti desueti e di mobili provenienti da una tradizione arcaica e rurale. Le opere d’arte della padrona di casa giocano un ruolo fondamentale nel ductus degli ambienti; ne costituiscono in definitiva la cifra connotativa più alta.

 

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