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A Milano, un appartamento curato nel minimo dettaglio diviene la casa ideale per una giovane coppia.
progettazione arch. andrea rubini – testo antonella tundo – ph betty colombo
La fiducia, la lungimiranza della committenza nel seguire passo dopo passo il lavoro dell’architetto e la stima reciproca sono stati elementi cardine per la definizione di questo progetto caratterizzato da un alto contenuto di personalizzazione reso unico dall’architetto Andrea Rubini. La casa, costruita alla fine degli anni sessanta, presentava la classica distribuzione con corridoio centrale a disimpegno di tutte le stanze; distribuzione che si è deciso di mantenere e anzi valorizzare facendola divenire un elemento principale e forte del progetto. In questa visuale della spina centrale distributiva, il corridoio è stato allargato e l’incavo delle porte arretrato all’interno di un vano dalla stessa profondità, allineando queste ultime al filo interno degli ambienti quando sono chiuse e riposte nello spessore del vano quando aperte. Questo espediente genera un senso di maggiore tridimensionalità e successiva spazialità, amplificando il concetto di portale di accesso alle singole stanze. Concetto enfatizzato anche attraverso un faretto che inonda con la propria luce tutti i vani. Le nicchie esistenti, nella logica univoca della progettazione, sono diventate dunque spunto per ricavare numerosi elementi su misura, minuziosamente pensati, tra i quali la cucina, la doccia e gli armadi nelle stanze. La scelta dei materiali è stata guidata da un’idea chiara e semplice: l’uso di tinte neutre, a base grigia sulle pareti e sul pavimento. Questo ha permesso l’azzeramento dell’involucro a livello di impatto visivo, con lo scopo di rendere protagonisti gli elementi di arredo e le porte realizzati con una selezione di impiallacciati di olmo rigato, a contrasto con altri elementi bianchi o neri, propriamente di arredo mobile. Le porte che prendono ispirazione nel loro design da elementi forati della prefabbricazione Jean Prouvé, sono state realizzate con doppio pannello di legno, con interposto un vetro opalino. L’elevato spessore della porta – quasi sessanta millimetri – conferisce un particolare senso di profondità ai fori, impedendo, da un lato, di vedere all’interno delle stanze, ma consente allo stesso tempo alla luce di filtrare e stagliarsi all’interno dei vani porta. Il legno della cucina e del tavolo, con il suo spessore ridotto si contrappone efficacemente a quello delle porte, anche se della medesima essenza, risultando al tempo stesso esile e insolito nel tradizionale concetto di utilizzo di questo materiale naturale.
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