Infinita bellezza
Tre è il numero perfetto, il numero della trinità. E qualcosa di divino si respira qui, affacciati a picco sulle acque cristalline dove l’orizzonte si confonde con il cielo, ancora in uno scambio continuo tra terreno e divino. Benvenuti a Treville.



L’arrivo, dopo le mille curve che accarezzano i fianchi sinuosi di questo tratto di costiera, è strabiliante, ma lo sarà ancora di più se arriverete dal mare perché avrete la fortuna di percepire a malapena la presenza di questa perla incastonata nella roccia, a testimoniare la perfetta integrazione della struttura nel paesaggio.
Fu proprio questa la fortuna del giovane Zeffirelli, quel Franco che all’anagrafe la mamma aveva dichiarato Zeffirelli in onore degli “zeffiretti” cantati da Ilia nell’Idomeneo di Mozart, con una capacità visionaria di prevedere il futuro di questo regista straordinario.

La volontà della famiglia, grazie ad un manager caparbio e di lungo corso, come il sorrentino Martino Acampora, è stata quella di utilizzare gli spazi preesistenti donando loro nuova vita e nuove opportunità.
È il caso del giardino d’inverno, dove i colori delle maioliche si confondono con la vegetazione esterna e le vetrate colorate decò. O il Bianca bar, dove l’utilizzo delle materie prime si mischia con una alchimia tutta orientale di filtri ed ampolle, dando vita a cocktail realizzati con erbe e prodotti botanici del giardino, che avvolge voluttuoso la proprietà.




Il pregio di Villa Treville è proprio questo, godere del dono della privacy assoluta in un luogo incantato che grida bellezza in ogni suo angolo.
di Mikla Saggese
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