Eco-case-Marzo-23-Comunità-Energetiche

LE COMUNITÀ ENERGETICHE

16/03/2023

Associazioni di soggetti di varia natura che condividono l’energia prodotta in loco.

Un argomento di estrema attualità nell’ambito della produzioni energetiche elettriche da fonti rinnovabili sono le cosiddette C.E.R., acronimo di Comunità Energetiche Rinnovabili.

Ma perché suscitano grande interesse? Perché legato a questa forma di condivisione dell’energia ci sono importanti incentivi assegnati dal GSE per favorire la produzione e l’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili, di cui si dirà di seguito.

I più diffusi impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sono quelli fotovoltaici grazie alla relativa semplicità dell’iter progettuale autorizzativo, ma anche di gestione e manutenzione.

A chi possono interessare: alle amministrazioni pubbliche, alle attività produttive, ai singoli cittadini. Possono far parte della C.E.R. sia i produttori di energia da fonte rinnovabile, sia i consumatori di energia, sia i produttori e consumatori di energia detti proconsumer.

La normativa di riferimento: con il Decreto Milleproroghe 162/2019 è stata recepita la Direttiva europea RED II 2001/2018 e Direttiva UE 2019/944 che ha regolato la nascita delle Comunità Energetiche Rinnovabili che introduce la figura dei proconsumer.

Le Comunità Energetiche sono associazioni di soggetti di varia natura che condividono l’energia prodotta in loco da fonti rinnovabili nella maggioranza dei casi con impianti fotovoltaici.

L’obiettivo è quello di affrancarsi dalle fonti di energia fossile e combattere la povertà energetica attraverso la condivisione dell’energia.

Le tecnologie di ultima generazione prevedono anche l’introduzione degli accumulatori che permettono di stoccare l’energia che non si consuma immediatamente consentendo di utilizzare meglio la rete elettrica nazionale, evitare sprechi e consumare energia vicino al luogo di produzione.

Considerata la discontinuità di produzione degli impianti fotovoltaici è opportuno valutare l’installazione di accumulatori di energia (batterie) per consentire l’utilizzo dell’energia anche in un momento in cui non vi sia produzione.

Faccio un esempio: nelle abitazioni i consumi di energia si concentrano la sera con la presenza di persone, quando l’impianto fotovoltaico non funziona; l’accumulo di energia ci consente di sfruttare l’energia accumulata durante le ore di sole.

Alcuni elettrodomestici ad utilizzo discontinuo, come lavatrice e lavastoviglie possono essere programmati con accensione ritardata in corrispondenza con la massima produzione di energia, che generalmente si riscontra nelle ore centrali della giornata quando il sole è più alto nel celo.

Gli aderenti ad una C.E.R. devono essere connessi alla stessa cabina primaria ed interconnessi tra di loro attraverso una rete controllata da tecnologie digitali innovative per ottimizzare le fasi di produzione, consumo e scambio.

L’aspetto che poi ci interessa e per il quale si costituisce la comunità energetica sono i contributi che vengono distribuiti dal GSE.

Hanno una durata di 20 anni e corrispondono a 110,00 € ogni MWh equivalenti a 11 centesimi per ogni kW/h prodotto. Per i gruppi di autoconsumatori il contributo scende a 100,00 € a MWh. Gli impianti devono avere potenza non superiore a 200kWp, essere di nuova costruzione e collegati alla rete di media e bassa tensione.

Le attività produttive possono far parte della comunità energetica a patto che l’attività di produzione e cessione non sia la principale.

Di fatto rappresenta un approccio diverso alla produzione di energia, non del tutto nuovo, che deve coinvolgere più soggetti con un unico obiettivo, cioè quello di produrre energia 100% da fonti rinnovabili rendendo sostenibile lo sviluppo della nostra società nell’ottica della de-carbonizzazione.

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Andrea Pietro Capuzzi - Ingegnere

Consulente Casa Clima - info@studiocapuzzi.it - studiocapuzzi.it

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