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Alle pendici della collina di S. Miniato, un esemplare recupero architettonico, dove il passato coesiste con i tratti contemporanei del vivere quotidiano.
architettura d’interni studio eutropia – testo e ph betty colombo
Siamo alle porte di Firenze, in una di quelle zone in cui la città inizia a sfoltire i suoi rami per aprirsi alla collina che prima segnava il tempo della vita in campagna. È questo il territorio che ha visto l’espansione ottocentesca in cui strutture rurali hanno gradatamente cambiato forma divenendo parte del tessuto urbano. Eppure ancora esistono porzioni dei tratti precedenti, con spaccati di antiche mura e innumerevoli dettagli a dare un sapore storico al vivere contemporaneo. Qui è stato recuperato un fabbricato che prima ospitava un piccolo stabilimento oggi convertito ad abitazione, applicando al progetto la creativa maestria dell’arch. Jacopo Carli dello studio eUTROPIA. Si è voluto mantenere il sapore del passato, ripristinando la precedente colorazione dei muri esterni e riscoprendo i tratti genuini dell’architettura fiorentina vissuta fuori dalle mura cittadine. Il living è di circa 50 mq, la medesima superficie del colorato giardino che si apre di fronte, una dimensione outdoor semplice ed intima.
All’interno di quest’ultimo si riscoprono antichi reperti: vasi scolpiti con gargolle, una fontana multiforme e un’altissima palma, tutte testimonianze della contiguità di questi spazi con il giardino all’italiana di una villa neogotica. Gli interni sono stati per anni in balia del tempo; è servito un attento lavoro di restauro per far riemergere i decori originali e recuperare antichi materiali. Il risultato è un gioco elegante di modernità in cui spazi aperti e ariosi mettono in luce dettagli di modernariato capaci di dare nuova linfa ad una struttura architettonica forte ed essenziale. Il living diviene quindi un avvicendarsi di ambienti reinventati in cui i segni delle demolizioni e i tracciati dei muri originali vengono lasciati visibili, addirittura enfatizzati dalle cerchiature a vista in ferro acidato. La distribuzione delle stanze prevede una zona giorno aperta in cui la cucina occupa una superficie nascosta eppure dischiusa al contatto con la sala da pranzo. Tutti gli ambienti mantengono un attento rapporto di comunicazione tramite un gioco prospettico che mostra la stratificazione tra gli interventi antichi e quelli riconducibili ad oggi. I materiali hanno forza ed equilibrio: il ferro grezzo si contrappone al vetro colorato, il legno dialoga con la resina e le murature a vista fanno da cornice all’insieme bilanciando ogni ambiente.
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